Don Mazzi e Matteo Marzotto: promuoviamo i valori dello sport per aiutare i giovani a non prendere strade sbagliate

20 luglio 2013  |   News

Non lasciamo i giovani passivi, in preda agli usi e abusi della società contemporanea. Perché i pericoli sono tanti, a partire dalla droga, di cui si parla molto meno che in passato anche se in realtà ha solo cambiato modalità di consumo ed è anzi una presenza che si insinua sempre più nella vita dei nostri adolescenti. Diamo loro opportunità per impegnarsi, crearsi una rete di relazioni “sane”, scoprire una passione e coltivarla, a partire dallo sport, che con i suoi valori di sacrificio e lealtà può fare la differenza nel tenere lontani i giovanissimi da certe brutte strade.
Il messaggio è stato lanciato da Don Mazzi e Matteo Marzotto in occasione del convegno che li ha visti protagonisti ieri sera, sul tema della prevenzione del disagio giovanile e sulla responsabilità sociale del territorio. A organizzare l’incontro – che ha visto la partecipazione anche di Francesca Porcellato, atleta plurimedagliata alle Paraolimpiadi, e di Marco Franceschetto, delegato del CONI di Vicenza in rappresentanza anche del CONI del Veneto – è stato Gabriele Viale in collaborazione con il Golf Club Colli Berici a Brendola (VI).
L’appello ha accomunato due personaggi tanto noti quanto diversi tra loro per età, ambiente e ruolo, ma uniti nel riconoscere che molto può e deve essere fatto per le nuove generazioni. Don Mazzi, con l’aiuto del nipote Giovanni che da vent’anni collabora con lui e che era presente anch’egli all’incontro, ha appena lanciato la sua nuova sfida: la Fondazione Centri Giovanili Don Mazzi, già presente con 6 strutture in tutta Italia che coinvolgono migliaia di giovani. Un progetto diverso rispetto alla missione di recupero dei tossicodipendenti che continua a essere portata avanti con le comunità Exodus, perchè in questo caso l’obiettivo è prevenire, rivolgendosi agli adolescenti e coinvolgendoli in quelli che vorrebbero essere “gli oratori del Duemila” per impegnarli in attività sportive, ma anche artistiche ed espressive, per trasmettere loro quella “tremenda voglia di vivere” che è ormai uno slogan. Matteo Marzotto, da parte sua, si è soffermato sull’attività svolta dalla Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica, di cui è vicepresidente e testimonial instancabile ormai da molti danni. Due esempi diversi, per destinatari e finalità, di impegno sociale, ma entrambi di grande spessore.
Don Mazzi però – 84 anni, di cui 30 trascorsi alla guida della Fondazione da lui creata, che con 40 strutture in tutta Italia ha letteralmente salvato dalla droga oltre 20 mila giovani – a sentir parlare di disagio giovanile non ci sta, perché lui nei giovani crede davvero: “I giovani sono come li vogliamo noi – ha esordito – . Certo ci sono sempre meno una famiglia e una scuola in grado di educarli. Sono stati sostituiti da altri strumenti, che sono diseducativi ma che dobbiamo trasformare in educativi, esattamente come fece Don Bosco quando trasformò il gioco, che ai suoi tempi anche per i bambini era considerato qualcosa di inutile se non di negativo, in un momento educativo. I bambini oggi non giocano più, è tutta una competizione per loro, fin da giovanissimi. E invece devono tornare a giocare come si faceva un tempo, fuori di casa, sudando e sbucciandosi le ginocchia. Perché nella mia esperienza ho visto che dopo che hanno giocato è possibile parlare con loro. Però i giovani di oggi sono diversi rispetto ai miei tempi anche per altre qualità: sono più intelligenti e hanno più tempo, perché non vanno a lavorare già da adolescenti, e allora se riusciamo a trovare loro delle passioni li possiamo salvare. Tutti”.
Un messaggio fatto proprio anche da Matteo Marzotto, che nonostante la situazione familiare certamente agiata, o forse anche per questo, non ha fatto mistero di avere anche lui rischiato, come tutti i giovani, di prendere delle strade sbagliate in passato: “Non l’ho fatto – ha raccontato – perché sono sempre stato un grande appassionato di sport, e perché ho avuto alcuni esempi straordinari da seguire”.
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